Un’ isola sull’ isola: benvenuti a Carloforte
CARLOFORTE, UN PEZZO DI LIGURIA IN SARDEGNA
Tutti conosciamo bene la Sardegna glamour della Costa Smeralda, assai rinomata anche la parte nord di Alghero ma se si parla di Sardegna sud-occidentale non tutti sanno che anche lì si nascondono delle bellezze da lasciare senza fiato. Oggi parliamo di Carloforte. Iniziamo trovando la sua localizzazione.
Ci troviamo come già detto nel sud-ovest Sardegna, nella sub-regione del Sulcis-Iglesiente. Carloforte (U Paize, ossia il “paese” in ligure tabarchino, Carluforti in sardo campidanese) è un comune che si trova sull’ Isola di San Pietro, che insieme a Sant’Antioco forma l’arcipelago del Sulcis e fa parte del circuito “I Borghi più belli d’Italia” ed è un comune onorario della Città Metropolitana di Genova. E’ situata a circa 10 Km dalla costa sarda, ed ha circa 6.190 abitanti.
GEOMORFOLOGIA E FAUNA DEL TERRITORIO
L’isola, di origine vulcanica, è famosa dal punto di vista geologico in quanto le sue rocce note come commenditi, prendono il nome da una particolare zona dell’isola dove sono state studiate e classificate per la prima volta. Le sue coste sono alte e rocciose e bagnate da un mare limpidissimo, mentre nel suo interno è coperta da una folta macchia mediterranea, il pino d’Aleppo, il rosmarino e la palma nana.
Lungo le sue scogliere nidificano il Gabbiano Corso e il Falco della regina.
STORIA
L’isola di San Pietro fu frequentata dall’uomo sin dai tempi del periodo prenuragico e nuragico come ben testimoniato dalla presenza di domus de janas e nuraghi.
Una leggenda narra che l’apostolo Pietro, tornando dall’Africa diretto a Roma, si trovò costretto a sostare sull’ Isola per via di una tempesta, e da li nacque il nome di “Isola di San Pietro”.
Ci sono testimonianze molto antiche del passaggio sull’ isola dei fenici, dei greci e dei romani, di cui è stata rinvenuta pure una necropoli.
A metà del 1700 dei cittadini di Pegli (Genova) e di alcuni abitanti di Tabarka, in Tunisia, che si occupavano del commercio di corallo, oppressi dalle vessazioni dei Rais e colpiti dalla crisi dei commerci, chiesero a l’allora Re Carlo Emanuele III di Savoia, un territorio in cui stabilirsi, per continuare in tranquillità le loro attività commerciali; il Re gli accordò il permesso di stanziarsi sull’ Isola dei Sparvieri (quella che adesso è chiamata Isola di San Pietro), i “Tabarkini” in segno di gratitudine al loro Sovrano, costruirono una statua in suo onore nella piazza principale del paese, edificando la chiesa parrocchiale, in onore di Carlo Borromeo e chiamarono il paese Carloforte, in segno di sudditanza a sua maestà.
Furono anni di fiorente sviluppo, il territorio un tempo paludoso ed insalubre, venne bonificato e vennero create le saline, così il commercio del sale divenne un’attività molto redditizia.
Addirittura venne creato un un nuovo insediamento sull’ Isola di Sant’Antioco, dove nacque Calasetta.
Ma non fu tutto tranquillo per i ‘‘Tabarkini’’, che subirono la ferocia di due invasioni, quella francese, che non creò grossi danni, mentre molto più grave fu l’arrivo sull’ isola dei corsari, che la misero a ferro e fuoco, facendo prigionieri 900 abitanti deportandoli in Tunisia e solo dietro il pagamento di un riscatto da parte del Re, vennero successivamente liberati.
Seguirono di nuovo anni fiorenti, in cui si sviluppò la pesca del tonno, la navigazione, ma le sofferenze per la popolazione del luogo non erano finite. Sotto la II Guerra Mondiale, Carloforte nel 1942 venne fortemente bombardata, i danni furono ingenti, come le perdite umane, anche per la mancanza di un vero e proprio sistema di protezione e di sicurezza. Rialzarsi nel dopoguerra fu molto difficoltoso ma la popolazione seppe reagire e ricominciò da zero ed ora Carloforte è una delle realtà sarde più solide, grazie soprattutto al turismo di massa, concentratosi nell’ ultimo decennio, sempre più in crescendo.
Il legame con le proprie radici “liguri-tunisine”, sono tutt’ oggi fortissime; dal 2004 Carloforte è riconosciuto come comune onorario della Città di Genova e lungo le vie del paese ancora si parla il dialetto “Tabarkino”. La cultura tunisina ha lasciato i segni anche nella cucina dell’Isola, il cui piatto caratteristico è il “Cous Cous alla Carlofortina”, che viene ogni anno celebrato con una Sagra in paese, che accoglie numerosi visitatori.
CULTURA
Oltre alla già citata Festa del Cous Cous che si svolge a metà Aprile, l’altro evento che richiama numerose attenzione è il “Girotonno”, tra fine Maggio e inizio Giugno, nota rassegna eno-gastronomica nel panorama culinario mondiale.
La manifestazione, incentrata su una gara internazionale a base di tonno, accoglie a Carloforte, golosi ed estimatori per promuovere l’antica tradizione delle tonnare che tuttora si pratica e si tramanda oralmente da tonnarotto in tonnarotto, in concomitanza con la mattanza del tonno, in cui i turisti possono assaggiare il delizioso prodotto cucinato da vari chef provenienti sia dall’Isola, che da altre parti del Mondo.
Non mancano le celebrazioni religiose ed il 29 giugno si festeggia San Pietro, patrono dell’Isola e dei pescatori, che quasi devoti si rivolgono a lui per propiziare una ricca pesca, essendo il momento più importante, come la solenne e pittoresca processione verso il mare.
Altra manifestazione di notevole interesse è la “Festa della Madonna dello Schiavo”, patrona di Carloforte e il medesimo cerimoniale viene celebrato anche a Pegli, cittadina ligure, quasi fosse una vera e propria succursale.
L’ISOLA: UN MUSEO “A CIELO APERTO”
A Carloforte va dedicata sicuramente una giornata del vostro soggiorno, perché vale la pena girare per il borgo tipicamente marinaro con le caratteristiche casette basse e colorate, con le tipiche “Creuze” alla genovese, oltre a visitare le varie piazze e le chiese.
L’ isola offre delle suggestive spiagge ed il consiglio è di imbarcare la vostra auto sul traghetto e girare le varie calette in totale libertà.
Sicuramente una delle più rinomate e frequentate è “La Bobba”, ma di spiagge e cale spettacolari l’Isola ne è piena, un esempio è la spiaggia di “Cala Fico”, “la Spiaggia della Caletta” (o dello “Spalmatore”), sulla parte occidentale dell’ isola, una delle più estese; poi abbiamo “Punta Nera”, mentre se si vuole godere di una suggestivo e romantico tramonto, un punto da non perdersi assolutamente è la “Punta delle Colonne”.
Inoltre, non vanno dimenticate le tonnare, di cui una quella sull’ “Isola Piana” è in funzione in occasione delle mattanze, mentre quella dell’ “Isola di San Pietro” è divenuta la sede del Diving Center.
Infine, gli appassionati di immersioni possono godere di indimenticabili escursioni sottomarine, ma anche gli amanti di sport acquatici come surf e kitesurf, potranno passare giornate meravigliose divertendosi tra le onde a sfidare gli amici.
Fare trekking per i sentieri dell’ isola è salutare per il fisico ma è anche balsamico per la mente e lo spirito.
COME RAGGIUNGERLA
Carloforte è l’unico centro abitato dell’isola. L’origine ligure dei suoi abitanti la si può riscontrare nel dialetto, nelle tradizioni e nei costumi, oltre all’ urbanistica del paese, come si può facilmente notare visitando il centro del paese. Ma come arrivare per apprezzare quest’altra meraviglia sarda?
L’isola di San Pietro è facilmente raggiungibile, grazie al collegamento marittimo in traghetto in circa 30-40 minuti di traversata, da Calasetta o da Portoscuso.
Cinquanta chilometri quadrati di sorprese, alle quali non potrete sottrarvi. A presto dal vostro reporter, un saluto da Sardegna.Biz.
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